VERBALE DI ACCORDO ASTRAL

Segreterie Nazionali

In attesa di Vostro cortese riscontro si porgono distinti saluti.

Prot. n. 24 gennaio 2024

Roma, 240124/AF/nca

           Spett.li Trenitalia 

St.conti@trenitalia.it

RFI  si.romano@rfi.it

Ferservizi 

g.macri@ferservizi.it

Grandi Stazioni Rail

r.gaetano@grandistazioni.it

                                                                                                               e.p.c. Gruppo FSI 

m.loffredi@fsitaliane.it

Oggetto: Richiesta di incontro vertenza adeguamento “Buono Pasto” lavoratori Appalti Ferroviari

 In data 30 agosto 2023, in conformità alla Legge 146/90 e s.m.i. e alla Regolamentazione provvisoria di settore (Delibera 04/590), è stata attivata la 1^ fase di raffreddamento e conciliazione per l’adeguamento del “Buono Pasto” dagli attuali 5,20 Euro all’importo massimo defiscalizzato di 8,00 Euro

 Come noto, dal 1° gennaio 2002, in 12 paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, entrò in vigore la nuova moneta dell’Euro e, considerato il valore di conversione di 1.936,27 Lire per ogni Euro, le vecchie 10.000 Lire diventarono 5,16 Euro e nel giro di poco tempo, a causa di una speculazione sfrenata e indiscriminata per ogni genere di prodotto, il potere d’acquisto si è di fatto dimezzato, incidendo maggiormente sui redditi più bassi e in particolar modo sui lavoratori con contratto part-time, condizione oramai sempre più diffusa nel settore degli appalti ferroviari.

 Col passare degli anni, i vari Governi, rendendosi conto della consistente perdita del potere d’acquisto, di volta in volta, aumentarono l’importo di defiscalizzazione del buono pasto, fino agli attuali 8,00 Euro per il c.d. Ticket Elettronico previsti dalla Legge di bilancio 2020.

 Ebbene, nelle circa 70 Aziende che operano negli Appalti Ferroviari, la stragrande maggioranza, per non dire le totalità, ad oggi, riconoscono buoni pasto del valore di 5,20 Euro, equivalente alle vecchie 10.000 Lire di quasi trent’anni fa, con il quale oggi si compra solo un panino.

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 In questi ultimi mesi non c’è giorno in cui non si parli della grave crisi economica dovuta alla crescita smisurata dell’inflazione che erode inesorabilmente il potere d’acquisto di tutti i cittadini e quindi anche delle lavoratici e dei lavoratori, per questo non è più procrastinabile tale adeguamento.

 In data 5 settembre 2023, a seguito della mancata risposta da parte di tutte le Società, è stata attivata la seconda fase di conciliazione presso il Ministero del Lavoro.

 Il giorno 8 settembre 2023 durante l’incontro con il Ministero del lavoro, delle circa 40 aziende partecipanti alla riunione, pur comprendendo la richiesta sindacale, non si sono rese disponibili a concedere tale adeguamento.

 Per queste motivazioni si è tenuta una prima azione di sciopero il giorno 29 settembre 2023, una seconda il giorno 10 novembre 2023 e una terza è stata proclamata per il giorno 25 gennaio p.v..

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